Dott. Antonio Faraco
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TERMOGENESI ADATTATIVA

Termogenesi adattativa

Novembre 27, 2015 - antonio

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Adattamenti metabolici dovuti alla perdita di peso

Articolo tratto da: Trexler et al: Metabolic adaptations to weight loss: implications for athletes. Journal of the International Society of Sport Nutrition 2014 11:7.
Introduzione
Esistono diversi sport in cui è considerato vantaggioso raggiungere bassi livelli di massa grassa mantenendo, però, la massa magra. Esistono dati documentati di bodybuilders, wrestler e atleti di judo maschi che presentavano una massa grassa addirittura inferiore al 5%. Nelle donne, invece, studi fatti su maratonete di elite, hanno mostrato che alcune atlete arrivavano ad una percentuale di massa grassa addirittura inferiore al 10%.
Il deficit energetico e i livelli di massa grassa estremamente bassi, rappresentano una grande sfida per l’organismo. È stato ben documentato, infatti, che la perdita di peso e la restrizione calorica, causano una serie di adattamenti metabolici che portano ad una diminuzione del dispendio energetico, sia migliorando l’efficienza del metabolismo che incrementando gli stimoli per acquisire più energia.
Esistono diversi casi in cui il metabolismo ha rallentato in maniera superiore a quanto previsto, rendendo un ulteriore perdita di peso incredibilmente difficile nonostante un basso apporto calorico e un alto volume di allenamento. Queste affermazioni potrebbero essere spiegate da alcuni adattamenti metabolici, come ad esempio: la termogenesi adattativa, un aumento dell’efficienza mitocondriale ed alterazioni ormonali che favoriscono la riduzione del dispendio energetico, diminuiscono il senso di sazietà ed aumentano il senso di fame.
Con il progredire della dieta, questi adattamenti inficiano l’aderenza alla dieta da parte del paziente rendendo ulteriori perdite di peso sempre più difficili e predisponendo il paziente ad un rapido riaumento di peso dopo la cessazione della dieta.
Perdita di peso e metabolismo
Il fabbisogno energetico giornaliero di un individuo (TDEE – Total Daily Energy Expenditure), è formato da diverse componenti. La componente più importante è la spesa energetica a riposo (REE – Resting Energy Expenditure) che dipende dal metabolismo basale (BMR – Basal Metabolic Rate). La restante parte, conosciuta come: “Non-resting energy expenditure (NREE)”, può essere a sua volta suddivisa in: termogenesi dovuta all’attività fisica (EAT – Exercise Activity Thermogeneis), termogenesi non dovuta all’attività fisica (NEAT – Non-Exercise Activity Thermogenesis), etermogenesi indotta dalla dieta (TEF – Thermogenic Effect of Food).
TERMOGENESI ADATTATIVA
Il metabolismo basale è di natura dinamica e, in letteratura, è stato ampiamente dimostrato che la restrizione calorica e la perdita di peso interferiscono con numerose componenti del dispendio energetico. Durante la perdita di peso, infatti, il TDEE diminuisce. La perdita di peso causa una perdita di tessuti metabolicamente attivi e, di conseguenza, diminuisce il BMR. Tuttavia, l’abbassamento del TDEE spesso eccede quanto ci si aspetterebbe dalla perdita di massa cellulare. Questo eccesso di calo del TDEE viene chiamato: “termogenesi adattativa” ed è un meccanismo di difesa adottato dall’organismo per favorire il ripristino del peso iniziale. Il fenomeno della termogenesi adattativa potrebbe aiutare a spiegare almeno parzialmente perchè, a volte, la perdita di peso si arresta nonostante un basso introito di calorie e perchè è così facile riacquistare peso dopo un periodo di dieta.
Anche il dispendio energetico dovuto all’attività fisica cala a seguito di perdita di peso. Nelle attività che implicano locomozione, è chiaro che una massa corporea inferiore richiederà un quantitativo energetico inferiore per completare una certa attività. Tuttavia, anche se viene aggiunto del peso extra per eguagliare il peso iniziale del soggetto, l’energia necessaria per completare una certa attività risulta inferiore a quella iniziale. Si pensa che questo incremento di efficienza del muscolo scheletrico sia collegato al persistente ipotiroidismo e ipoleptinemia che accompagna la perdita di peso.
Il TEF comprende i processi di: ingestione, assorbimento, metabolizzamento e immagazzinamento dei nutrienti dal cibo. Circa il 10% del TDEE è attribuita al TEF con valori che variano sulla base della composizione in macronutrienti della dieta. La magnitudine relativa del TEF non sembra cambiare a seguito della restrizione calorica, tuttavia, dal momento che la quantità totale di energia ingerita è inferiore durante un periodo di dieta, la magnitudine assoluta del TEF sarà inferiore. Anche il NEAT o energia spesa a causa di attività che non sono considerate esercizio fisico, come le normali attività quotidiane, diminuisce a causa della restrizione calorica. Esistono prove, infatti, che evidenziano come l’attività fisica spontanea, una componente del NEAT, sia inferiore in soggetti sottoposti a restrizione calorica, e possa rimanere soppressa per diverso tempo anche dopo che i soggetti ritornino ad un’alimentazione ad libitum (a volontà). La soppressione persistente del NEAT potrebbe contribuire al riacquisto di peso nel periodo post-dieta.
Al fine di manipolare la massa corporea di un individuo, l’introito energetico deve essere aggiustato sulla base della spesa energetica del singolo individuo. In un contesto di perdita di peso o di mantenimento di un peso corporeo ridotto, questo processo è complicato dalla natura dinamica della spesa energetica. A causa della termogenesi adattativa, il TDEE si abbassa di una quantità superiore a quella spiegabile dalla sola perdita di massa corporea. Ulteriori ricerche indicano che la termogenesi adattativa persiste anche dopo il periodo di perdita di peso perfino in soggetti che hanno mantenuto un peso corporeo ridotto per più di un anno. Questi cambiamenti servono a minimizzare il deficit energetico, attenuare un ulteriore perdita di peso e favorire il riacquisto di peso in persone con peso corporeo ridotto.

 

antonio

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