Dott. Antonio Faraco
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Nutrizione clinica

Nutrizione clinica

Novembre 25, 2015 - antonio

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Nutrizione clinica

La nutrizione clinica ha come scopo quello di elaborare piani alimentari atti alla prevenzione o al trattamento di disturbi della salute legati all’alimentazione. Di seguito verranno elencati alcuni dei disturbi più comuni:

• Malattie cardiovascolari
La dislipidemia è una qualsiasi condizione clinica nella quale sono presenti nel sangue elevate concentrazioni di lipidi. Essa comprende sia l’ipercolesterolemia (elevate concentrazioni di colesterolo) che l’ipertrigliceridemia (elevate concentrazioni di trigliceridi). Il colesterolo è un lipide la cui struttura chimica fornisce lo “scheletro” per la biosintesi di tutti i composti steroidei dell’organismo (sali biliari, vitamina D, ormoni sessuali e adrenocorticali). Esso svolge anche un ruolo cruciale nella biosintesi delle membrane cellulari. Il colesterolo è quindi una molecola importantissima per il regolare funzionamento dell’organismo, tuttavia, un eccesso di colesterolo nel sangue può portare a patologie anche gravi quali arterosclerosi e ipertensione che possono a loro volta portare a infarto o ictus. I trigliceridi (detti anche triacilgliceroli), sono composti sintetizzati dal nostro organismo a partire da tre molecole di acidi grassi legate ad una molecola di glicerolo. Essi rappresentano la forma principale in cui vengono immagazzinati i grassi nel nostro organismo. Elevati livelli di trigliceridi possono portare, specialmente se associati ad alti livelli di colesterolo, a disturbi di tipo cardiovascolare come ad esempio trombosi, coronaropatie, angina pectoris e infarto. Da questo si capisce bene come sia importante riuscire a regolare i livelli di lipidi nel sangue sia riducendone l’assunzione con la dieta che riducendone la produzione endogena da parte dell’organismo.
• Malattie Endocrine
La sindrome metabolica (SM) è una condizione di rischio caratterizzata dalla presenza nel medesimo individuo di un insieme di fattori di rischio cardiocerebrovascolari. Questi fattori di rischio sono: obesità addominale, dislipidemie, ipertensione arteriosa e disglicemia. Alberti K, et al. Circulation 2009. Numerosi studi clinici e nei modelli animali suggeriscono che la condizione fisiopatologica alla base della SM è l’insulino-resistenza (IR). L’IR è la condizione fisiologica/fisiopatologica in cui una normale concentrazione dell’insulina non è in grado di determinare una normale risposta metabolica o, analogamente, in cui concentrazioni di insulina superiori alla norma sono necessarie per determinare una normale risposta metabolica. L’insulino-resistenza causa quindi vari effetti collaterali tra i quali: sovraproduzione di trigliceridi da parte del fegato, aumento della produzione di glucosio (neogluconogenesi) a scapito delle proteine muscolari, escrezione di acidi grassi esterificati da parte degli adipociti nel sangue, sovraproduzione di insulina da parte del pancreas, rallentamento del metabolismo (in particolare il metabolismo dei grassi), aumentato senzo di fame, senso di stanchezza e spossatezza generalizzato.
In poche parole, l’IR favorisce l’accumulo di grasso e quindi l’obesità e, contemporaneamente, l’obesità aumenta l’insulino-resistenza. Si innesca quindi un circolo vizioso che se non viene fermato in tempo può trasformarsi in diabete di tipo 2. Una condizione irreversibile in cui le cellule β pancreatiche non riescono più a produrre una quantità sufficiente di insulina. Sarebbe opportuno, quindi, intervenire prima che l’IR diventi diabete con l’assunzione, da parte del paziente, di uno stile di vita sano che comprenda sia la dieta che l’attività fisica in modo da poter tornare  in condizioni di salute normali. Il trattamento del paziente diabetico consiste invece nel tenere sotto controllo i sintomi causati dalla malattia e in particolar modo i livelli di glicemia del sangue in modo tale da consentirgli una qualità della vita decisamente migliore.
• Malattie gastrointestinali
La malattia da reflusso gastroesofageo è definita come una disfunzione dello sfintere esofageo inferiore che provoca passaggio di materiale gastrico acido e/o alcalino nell’esofago che causa a sua volta infiammazione dello stesso. Questo causa dolore urente epigastrico e/o retrosternale, rigurgito ed eruttazioni. In alcuni casi può provocare anche tosse, disfonia, faringodinia e raceudine. La sindrome del colon irritabile è caratterizzata da dolore e discomfort ai quadranti e alterazioni dell’alvo che possono causare diarrea o stipsi. L’eziologia di questa patologia è ancora sconosciuta tuttavia si ipotizza una disfunzione della flora intestinale. La diverticolosi (o malattia diverticolare del colon) è causata da estroflessioni della parete colica che si formano a seguito di alterazioni croniche della motilità intestinale associate ad alterazioni della flora intestinale. Questo innesca uno stato infiammatorio della parete intestinale (diverticolite) che può portare anche alla perforazione della stessa. La colite ulcerosa si definisce come un infiammazione cronica generalmente del retto che provoca lesioni infiammatorie limitate alla mucosa.
In tutti questi casi un buon stile di vita è importante per controllare i sintomi di queste patologie garantendo in questo modo una migliore qualità della vita del paziente e di prevenire eventuali complicazioni.

antonio

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